SOGNAMETAL TOUR
VREID/WINDIR/ULCUS + POSTHUM + VINTERBLOT
15 ottobre 2014, Traffic Live Club, Roma
Ci sono due tipi di live show: il concerto “semplice” e l’evento. Quello dei Windir e del Sognametal Tour è più di un evento, è un unicum, un sogno che diventa realtà.
Come appassionato di musica ho ancora pochi desideri in fatto di concerti: Led Zeppelin, Ac/Dc e Kiss, il resto o l’ho già visto, o non mi interessa più di tanto. Poi ci sono i sogni, alcuni ormai impossibili, come la reunion e tour dei Rainbow del duo Dio/Blackmore, una fantasia avuta fin da metà anni ‘90. In ambito folk/viking erano due i sogni: Windir e Otyg. Se per quest’ultimi le possibilità in futuro non dovrebbero mancare (sempre che Vintersorg riesca a trovare i soldi per pubblicare il terzo disco, ormai pronto da tempo), quella della band nata dalla volontà di Valfar nel 1994 sembrava dover rimane tale. Ma succede che l’impossibile diventi possibile, anche se con qualche differenza rispetto al sogno iniziale. La morte di Terje Bakken nel gennaio 2004 ha chiuso in maniera definitiva la carriera dei Windir (dalle cui ceneri sono nati i Vreid), salutata il 3 settembre (compleanno di Terje) di quello stesso anno con uno show d’addio con Vegard, fratello di Valfar, alla voce.
Per festeggiare i venti anni dalla nascita della grande band, e per omaggiare lo sfortunato musicista a dieci anni dalla sua scomparsa, i membri ex Windir hanno pensato di portare in giro il Sognametal Tour – con Vegard alla voce – dividendo lo show in tre parti: la prima dedicata ai Windir, quella centrale ai Vreid e Ulcus e l’ultima nuovamente ai Windir.
Il Traffic Club è la sede dello show romano. Vanno giustamente ricordati e ringraziati gli organizzatori per lo sforzo e il coraggio di proporre una data così insolita, che fortunatamente alla fine ha ripagato gli sforzi con una discreta affluenza. Ad aprire la serata i pugliesi Vinterblot, formazione ben rodata ed esperta nonostante la giovane età. La band è stata compatta e coinvolgente come sempre, il loro pagan death metal è di un livello veramente alto e i ragazzi meritano sicuramente ben più dei trenta spettatori presenti alla loro esibizione. La breve set list ha visto anche l’esecuzione di un nuovo brano – bello e personale – momentaneamente privo di titolo che finirà nel secondo full length attualmente in lavorazione (e per saperne di più non perdetevi l’intervista online prossimamente!). I norvegesi Posthum sono i secondi a calcare il palco del Traffic: il loro black metal melodico e orecchiabile ha riscosso una buona dose di applausi. La musica è lineare e diretta, sicuramente non originale, ma suonata bene e con passione. Breve cambio palco ed è il turno degli headliner, per la precisione Vreid/Windir/Ulcus. Inutile dirlo, ma la gente presente al locale era lì unicamente per la storica viking metal band e per omaggiare il talentuoso Valfar. L’intro Byrjing crea un’attesa spasmodica, placata dall’irruenza di Arntor, Ein Windir, tratta dal meraviglioso Arntor. La brutale On The Mountain Of Goats (dall’ultimo lavoro in studio, Likferd) e la micidiale accoppiata Dance Of Mortal Lust / The Spiritlord (dal capolavoro 1184) chiudono la prima parte di show: Vegard lascia il palco a quelli che in realtà sono i Vreid, i quali hanno deliziato gli spettatori con un black metal personale e vario, capace di variare da quello windiriano di Under Isen (I Krieg, 2007) a quello più rock’n’roll di Pitch Black (eseguita a fine concerto) o parzialmente elaborato di The Ramble, canzone d’apertura di Welcome Farewell dello scorso anno. C’è spazio per un brano degli Ulcus, gruppo in attività dal negli anni ‘90, fino a quando tutti i musicisti sono entrati a far parte dei Windir, fino ad allora one man band. La canzone eseguita è stata The Profound Power, tratta dall’unico cd pubblicato Cherish The Obscure. Il concerto volge al termine con la grezzissima sorpresa Krigaren Si Gravferd, durettamente dal primo demo dei Windir Sogneriket del 1994, per poi lasciarsi ipnotizzare per nove minuti dalle struggenti melodie di Svartesmeden Og Lundamyrstrollet, prima di lasciare il palco con il classico Journey To The End, testamento musicale di Valfar e della sua creatura.
Le prestazioni dei musicisti sono state ottime, in particolar modo Steingrim ha picchiato il drum kit con precisione e cattiveria fino all’ultimo istante, ma parlare di tecnica o precisione è inutile per un concerto dove ha regnato l’emozione e il cuore. Ho visto ragazzi cantare a memoria i testi in norvegese, ho visto persone con le lacrime agli occhi, ho visto metallari abbracciati ed emozionati. Io ero tra di loro, con tutta la passione e la fede verso la musica di Valfar, ein Windir.
SCALETTA:
1. Byrjing (Windir) – 2. Arntor, Ein Windir (Windir) – 3. On The Mountain Of Goats (Windir) – 4. Dance Of Mortal Lust (Windir) – 5. The Spiritlord (Windir) – 6. The Ramble (Vreid) – 7. The Reap (Vreid) – 8. Speak Goddamnit (Vreid) – 9. Under Isen (Vreid) – 10. The Profound Power (Ulcus) – 11. Krigaren Si Gravferd (Windir) – 12. Svartesmeden Og Lundamyrstrollet (Windir) – 13. Pitch Black (Vreid) – 14. Journey To The End (Windir)
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