Kalevala hms – If We Only Had A Brain

Kalevala hms – If We Only Had A Brain

2020 – full-length – autoprodotto

VOTO: 8 – Recensore: Mr. Folk

Formazione: Simone Casula: voce – Daniele Zoncheddu: chitarra – Francesco Vignali: basso – Tommy Celletti: batteria – Dario Caradente: flauto – Enrico Cossu: viola, violino

Tracklist: 1. Song To Sing In Case Of Armageddon – 2. Victory Is For Suckers – 3. Dumbo Alla Parata Nera – 4. Mickey Finn – 5. Cyberkampf – 6. If We Only Had A Brain – 7. Die Moorsoldaten – 8. Root Radioed – 9. Medusa – 10. No Cheese = Blue Cheese – 11. For The Old World – 12. Elettrochoc (Matia Bazar cover) – 13. Les Peintres – 14. Principessa – 15. Tribù

Se tutti i dischi folk metal oriented pubblicati in Italia avessero la qualità e la freschezza di If We Only Had A Brain la scena tricolore sarebbe tra le più quotate al mondo. Le cose, purtroppo, non vanno in questo modo, ma il nuovo e a (troppo) lungo atteso disco degli emiliani Kalevala hms ha la forza per farsi rispettare dalla giovani e scalpitanti band, portando divertimento, riflessioni e ottime canzoni alla causa.

Sono passati ben otto anni da There And Back Again, secondo lavoro in studio, e sei da Tuoni, Baleni e Fulmini, doppio cd che comprendeva cover e pezzi diversamente arrangiati e dvd live. Da allora ci sono stati live e festival, ma il nome degli emiliani ha iniziato a circolare sempre meno fino a quando, finalmente, è arrivato l’annuncio del nuovo If We Only Had A Brain, cd composto da ben quindici tracce ma che non arriva ai cinquanta minuti di minutaggio. Musicalmente i Kalevala hms suonano sempre alla loro maniera: musica rock, irish, progressive e un tocco di metal sono sapientemente mescolati al fine di produrre un sound personale e immediatamente riconoscibile come in pochi possono vantare. Nel corso degli anni lo stile del gruppo non è mai mutato nonostante i cambi di formazione, ma non sono mancate le piccole novità che rendono i nostri sempre “nuovi” da ascoltare. Anche in If We Only Had A Brain c’è spazio per qualcosa che ai più potrebbe risultare insolito, ma conoscendo Zoncheddu e soci non ci si può meravigliare. Le quindici canzoni sono sì tante, ma anche varie e dinamiche, non ci sono brani che si assomigliano tra di loro, eppure dalla prima all’ultima nota si riconosce subito lo stile dei Kalevala hms. Song To Sing In Case Of Armageddon è il classico biglietto da visita che riassume tutte le caratteristiche dei musicisti, mentre Victory Is For Suckers (“un’apologia rock’n’roll  del fallimento”) unisce violini e chitarre crude alla Malcolm/Angus Young, ma è conDumbo Alla Parata Nera che arriva la prima sorpresa: si tratta della rivisitazione con testo modificato del classico Disney, una marcia tetra ed efficace che porta a Mickey Finn, brano teatrale e oscuro che avanza con sicurezza e potenza guidato dal sempre in forma Simone Casula. Con Cyberkampf si cambia registro: canzone multiforme e senza una chiara direzione, sembra la trasposizione musicale del libro 1984 per quanto folle e inquietante. Arriva il turno della title-track, anche questa una rivisitazione del classico Disney Il Mago Di Oz. Il testo è stato riscritto e sembra una trista constatazione dei tempi che corriamo… “se solo avessimo un cervello”… peccato che per molti non sia così! Dopo lo spensierato If We Only Had A Brain arriva la pesante (nel senso di tema trattato) Die Moorsoldaten, canzone della resistenza tedesca scritta nel campo di concentramento di Börgermoor e fatta circolare in Europa con lo stratagemma di un calzolaio che infilò i fogli con testo e musica tra la suola e la tomaia delle scarpe. In questa versione cantata in tedesco, francese e italiano è presente il Coro Dei Malfattori, ospiti che fanno capolino anche in altri brani. Rock, veloce e dinamico, Root Radioed sgrulla via la malinconia e l’oscurità degli ultimi minuti a favore di un bel mix di musica colta nella quale spicca lo stacco heavy della chitarra di Zoncheddu presto doppiata dal flauto. Con Medusa si omaggiano i naufraghi di tutti i tempi, e con No Cheese = Blue Cheese si torna nei fantastici anni ’80, quando tutti noi eravamo vestiti con colori fluorescenti e il futuro sembrava una vittoria certa. La breve, spiazzante e bizzarra For The Old World fa da apripista a un grande pezzo della musica italiana, quell’Elettrochoc dei Matia Bazar che se fosse stata scritta dai Depeche Mode sarebbe stato un successo mondiale. La nuova versione è chiaramente rock, “stralunata” nelle strofe e massiccia nei ritornelli, una bella prova di coraggio e bravura decidendo di confrontarsi con un gruppo storico e una canzone iconica. Il francese di Les Peintres è elegante e ben si addice alle chitarre belle piene e alla rocciosa sezione ritmica, presto seguita da Principessa, canzone che cita Puccini e Morricone senza paura di alzare il gain della distorsione per quella che è una composizione atipica ma funzionale all’ascolto del cd. L’ultimo brano in scaletta è Tribù, epico e drammatico, un buon modo per portare a conclusione l’ascolto dell’album.

Registrato al Noise Studio di Francesco Chiari e masterizzato presso La Maestà di Giovanni Versari (Muse, Piero Pelù, Le Vibrazioni ecc.), If We Only Had A Brain è un lavoro intelligente e attuale visti i temi trattati (immigrazione, lotta al nazifascismo, naufraghi, controllo delle menti), coinvolgente e sempre fresco anche dopo ripetuti ascolti. L’oscurità è parte fondamentale della musica e dei testi, ma i Kalevala hms sono bravi a sdrammatizzare quando ce n’è l’opportunità. If We Only Had A Brain è un tipo di lavoro che non si trova spesso in giro e in questi anni è mancato alla scena italiana: bentornati Kalevala hms e non fateci aspettare tanti anni per il prossimo cd!

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