Ereb Altor – Vargtimman
2022 – full-length – Hammerheart Records
Formazione: Mats: voce, chitarra – Ragnar: chitarra – Mikael: basso Tord: batteria
Tracklist: 1. I Have The Sky – 2. Vargtimman – 3. Fenris – 4. Rise Of The Destroyer – 5. Alvablot – 6. Den Dighra Doden – 7. Ner I Mörkret – 8. Heimdals Horn
Nel corso degli anni gli Ereb Altor si sono distinti grazie a una bella serie di dischi che dire riusciti è dire poco. Lavoro dopo lavoro hanno saputo trovare una propria direzione che ha reso la musica di Mats e Ragnar personale e riconoscibile pur facendo trasparire le influenze più importanti, prima tra tutte quella dei divini Bathory: che sia il periodo black o quello viking non fa differenza, in quanto gli Ereb Altor hanno unito le due anime di Quorthon realizzando gioiellini di metal potente ed epico come Nattramn e Ulfven. Il nuovo Vargtimman non fa eccezione in quanto nei quarantatré minuti del nuovo disco sono ben distribuite le forze nelle otto canzoni, con brani veloci che si alternano ad altri maggiormente cadenzati e solenni, fino alla fusione delle due anime come nella riuscita Rise Of The Destroyer.
La canzone d’apertura I Have The Sky è nel classico stile viking metal degli Ereb Altor, solenne e muscolosa, nella quale è presente l’ospite Lars Nedland “Lazare” (Borkagar, Solefald) all’hammond, il quale contribuisce alla buona riuscita del pezzo. La title-track è oscura e in parte cantata in scream, dall’atmosfera cupa e inquietante nel break narrato: la struttura è dinamica e i cambi di velocità amplificano il senso di insicurezza che si prova ascoltando il brano. Con Fenris ci troviamo ad ascoltare quella che può essere eletta migliore composizione del disco: il ritornello si memorizza fin dal primo ascolto, le melodie sono orecchiabili e mai banali, il mood si fa sempre più epico ad ogni passaggio, tutto funziona alla perfezione. La già citata up-tempo Rise Of The Destroyer è l’unione della vena black con quella viking e il risultato è convincente in tutti i quattro minuti di durata. Si cambia registro con la doomy Alvablot, cadenzata e arricchita dal bel doppio cantato pulito, canzone che deve qualcosa agli Isole, band doom metal parente degli Ereb Altor poiché che vede coinvolti proprio Mats e Ragnar. Con Den Dighra Doden sembra di vivere un racconto spaventoso del folklore svedese, dove creature notturne e luoghi minacciosi si uniscono per farci perdere il sonno. Con questo brano gli Ereb Altor sperimentano più di quanto abbiano mai fatto in passato e il risultato è interessante pur non essendo la migliore traccia di Vargtimman. I sei minuti di Ner I Mörkret sono introdotti da un arpeggio che viene presto sovrastato dal basso e dai fill di batteria prima e dalle ritmate chitarre elettriche poi. Il crescendo è lento ed efficace, ma non arriva mai “l’esplosione” che ci si potrebbe aspettare, proseguendo con stop’n’go, ritornelli clean e parti irregolari che riescono a far rimanere attento l’ascoltatore per tutta la durata della canzone. Heimdals Horn chiude la tracklist di Vargtimman e lo fa con un tocco di maestosità, tra outro e canzone vera, un drammatico finale nel quale Heimdall suona il suo corno Gjallarhorn annunciando l’inizio di Ragnarok.
Vargtimman è disponibile in vari formati, ma quello che forse può destare maggiore interesse è il digipak due cd, ovvero con incluso l’EP Eldens Boning uscito nel corso del 2021 solo in formato vinile. Gli Ereb Altor hanno fatto di nuovo centro e anche se non siamo al cospetto del loro miglior lavoro è comunque un ottimo esempio di viking metal, gioia per chi ama queste sonorità e gustosa porta d’ingresso per chi ci si avvicina per la prima volta.
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