Tersivel – To the Orphic Void

Tersivel – To the Orphic Void

2022 – full-length – Uprising! Records

VOTO: 8 – Recensore: Mr. Folk

Formazione: Lian Gerbino: voce, chitarra, basso – Danny Ebenholtz: batteria – Franco Robert: tastiera

Tracklist: 1. She – 2. Weeping Iron Tears – 3. Moving On – 4. The Ferryman – 5. Shivering Deadly Cold – 6. Transmigration Of The Soul

Tersivel ci hanno abituato nel tempo a una continua ricerca musicale priva di barriere, senza paura di osare e stravolgere. Era il 2011 quando arrivò in redazione For One Pagan Brotherhood, esordio folk metal che alternava ottimi brani a momenti meno ispirati dovuti alla poca esperienza fino a quel momento. Ci sono voluti ben sei anni per avere il secondo full-length Worship Of The Gods, riuscito lavoro di maturo pagan metal. Il leader Lian Gerbino però dimostra di avere la necessità di esplorare la musica metal senza limitarsi a un solo genere, e il singolo digitale Embers Beneath The Spirit mostra una band (argentina di nascita, svedese di adozione) brava a muoversi in territori dark doom, gli stessi del presente To The Orphic Void e del seguente singolo e riuscita cover Widowpane degli Opeth.

Il terzo disco in studio della formazione scandinava è composto da sei brani per una durata complessiva di quarantatré minuti, con la conclusiva Transmigration Of The Soul che da sola supera i dieci giri di lancetta. I suoni sono caldi e reali, potenti ma non esasperati: il risultato è buono e il piacere nell’ascoltare una produzione di qualità è sempre alta.

She apre il disco: il suono è oscuro, gothic/doom ma con un’attenzione per la melodia che smussa il lato estremo della musica e si adatta alla perfezione con la voce un po’ urlata – ma comprensibile – di Gerbino. Le parti cadenzate sono pesanti e lasciano spazio alla teatralità del cantato e alle bellissime tastiere vagamente progressive che portano a una lunga parte arpeggiata e sognante: un finale impensabile quanto splendido! Decisamente diversa la successiva Weeping Iron Tears, tosta nei riff di chitarra e dai ritmi che inducono all’headbanging. Anche qui si ha modo di apprezzare le doti canore del leader Lian Gerbino, ormai a suo completo agio dietro il microfono; le tastiere sorreggono la base metallica senza invadere gli altri strumenti – cosa che accade anche in Moving On, quest’ultima più dinamica nella struttura, mid-tempo e dark come i migliori Katatonia di inizio 2000 riuscivano ad essere. Con The Ferryman Tersivel tirano fuori una canzone diversa dal solito, con molteplici umori, chitarre grasse e un organo liturgico che arricchiscono ulteriormente la già ricca tavolozza sonora della formazione svedese. In Shivering Deadly Cold i musicisti suonano in maniera accorata, viscerale, e pur non presentando chissà quali particolarità a livello musicale la canzone è estremamente coinvolgente, ottimo preludio di Transmigration Of The Soul, brano di oltre dieci minuti che porta a conclusione To The Orphic Void. Si inizia con un lungo strumentale dal sapore atmosferico che si trasforma in un bel sound moderno con il basso in grande evidenza: la strofa funziona a meraviglia, la varietà della batteria di Ebenholtz è fondamentale per dare quel brio che la maggior parte delle volte fa la differenza. Lo stile dei Tersivel è libero più che mai, si passa da sezioni veloci e urlate ad altre più riflessive o progressive come gli Enslaved dell’ultimo decennio insegnano.

Il terzo lavoro di Gerbino e soci è davvero bello e merita di essere ascoltato con molta attenzione qualunque genere musicale si prediliga. A questo punto, vista anche la bella cover di Windowpane (Opeth) realizzata da non molto, pare chiara la direzione musicale che il gruppo intende seguire, anche se come abbiamo visto nell’ultimo decennio, tutto può cambiare ed evolversi. To The Orphic Void è un disco capace di piacere praticamente a tutti grazie al suo essere trasversale, ma soprattutto per via della musica di alta qualità.

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