Intervista: Matteo Sisti (Krampus, Eluveitie)

L’una di notte, freddo tagliente e ancora il sudore addosso dovuto al coinvolgente concerto di Eluveitie, Skálmöld e Wind Rose (QUI il live report). Chrigel Glanzmann, voce e leader degli svizzeri, si allontana deluso dopo aver scoperto che l’intervista non sarà con lui, ma con Matteo Sisti, ultimo arrivato in casa Eluveitie. Il simpatico musicista non ha peli sulla lingua e anticipa diverse cose davvero interessanti… buona lettura!

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Come ci sei finito negli Eluveitie?

Il giovedì di un due mesi fa mi chiama Merlin (Sutter, batterista degli Eluveitie, nda) e mi fa: “Matteo, cosa fai nel prossimo mese?”. Gli rispondo “ma, intanto lavoro, poi niente…”, e lui “vabbè, allora preparati le canzoni che parti sabato con noi”. Così in due giorni mi sono imparato tutta la scaletta del concerto, ho preso e sono partito. Penso perché Merlin, come in molti sapranno, è stato il manager della mia band italiana, i Krampus; essendo stato in studio in Svizzera da Tommy Vetterli, avendomi visto registrare, sapendo come suono e tutto avrà detto “beh, so che suona, lo prendo a botta chiusa e via!”.

Quindi sei session live? Ci speri di diventare un membro?

Non c’è nulla di ufficiale per ora… però penso che a breve ci saranno delle comunicazioni. Io non vi garantisco niente, però siamo sulla buona strada, mettiamola così (e lo dice con un gran sorriso, giustamente, nda).

Parliamo del tour: ho visto le foto di Spagna e Francia con 1000 persone, locali pieni, qui in Italia le cose vanno diversamente…

Agli italiani pesa il culo.

Ho anche visto che in Francia i biglietti costavano sui 20 euro, qui 28 più prevendita…

Quello dipende dai promoter, non è questione nostra, non li imponiamo noi i prezzi.

Però può essere anche quello…

Può essere quello, così come le date infrasettimanali: suonare il lunedì sera a Milano… I promoter dovevano organizzare meglio e far suonare il fine settimana sapendo che a noi italiani pesa il culo.

Parlando della scaletta che suoni tutte le sere, c’è una canzone che ti piace un po’ meno?

Quella che mi piace di meno è A Rose For Epona (da Helvetios del 2012, nda), perché live la suoniamo mezzo tono sotto e quindi ho casini con le diteggiature, non mi trovo a mio agio, diciamo così.

Questa esperienza live pensi che possa dare qualcosa in più anche ai Krampus?

Assolutamente, anche dal punto di vista di registrazioni e di scrittura dell’album. Adesso sono mooolto più dentro, prima faceva principalmente tutto Filippo (Gianotti, cantante della band, nda), adesso invece sono molto più interpellato e dentro la scrittura dei pezzi, quindi sì, mi serve.

Come ti senti a passare da un gruppo piccolo come i Krampus a uno dei gruppi di punta dell’intero movimento folk metal?

Mi sento esattamente come se suonassi con i Krampus, loro sono persone scioltissime, parliamo di un sacco di cagate, per dirti, mi chiamano “il pony italiano” invece di stallone italiano. Avevano iniziato a chiamarmi stallone italiano, poi ridendo e scherzando ho detto loro: “che cazzo mi chiamate stallone italiano, sono alto un metro e una sega, sono un pony!”

Su facebook i Krampus hanno tolto la scritta “folk metal”, lasciano solo “metal”. Sulla bacheca, per via di quel “folk” se ne leggevano di ogni tipo, d’insulti.

Noi siamo nati come band folk, ci etichettavano tutti come cover band degli Eluveitie, e noi lo sapevamo perché ce lo hanno sempre detto (sorride, nda), quindi si vedono i risultati, io ora suono con gli Eluveitie! (risate, nda)

Quando servirà un chitarrista chiamerete quello dei Krampus!

Esatto! Comunque abbiamo cercato di staccarci più possibile dallo stile Eluveitie, quindi abbiamo inserito cose elettroniche come le tastiere, poi siamo passati al metalcore con le influenze folk. Stiamo cercando di mixare quello che è il metalcore americano moderno, un genere che a nostro parere può avere un futuro, inserendo l’origine del folk, quindi cornamuse, flauti e violini.

Posso fare la domanda da stronzo? State lavorando su un genere che pensate possa avere un futuro, quindi su qualcosa che potrebbe vendere più facilmente…

Sì, è una questione di marketing!

Ma così non è spontanea!

Non è per niente spontanea!

È la prima volta che qualcuno mi dice una cosa del genere!

I Krampus sono un progetto studiato sul marketing. Filippo è uno che ne sa a tonnellate di marketing, nella sua testolina che è complicata – io stesso non lo capisco a volte! – pensa, ci riflette, legge libri su libri di marketing, ci mettiamo a tavolino e decidiamo le mosse da fare. I Krampus sono abbastanza complicati come band, sembriamo un branco di coglioni, ma non lo siamo in realtà!

Ti dirò, da quando siete usciti fuori con il contest online che con due pezzi vi ha fatto vincere il Rock The Nations Awards con contratto discografico per la NoiseArt Records, al fatto dell’Heidenfest e del Metalcamp, mi son sempre detto che c’era qualcosa dietro. Ma non parlo di conoscenze o “trucchetti”, ma di capacità di muoversi, perché comunque avevate fatto due demo per un totale di sette pezzi appena e vi siete ritrovati sui grandi palchi europei. Quello che mi stai dicendo mi stupisce. La sincerità mi stupisce!

È inutile raccontar cazzate, che tanto le cose prima o poi escono fuori!

Con i Krampus ci sono stati un po’ di problemi con i batteristi: Merlin degli Eluveitie, Hati degli Equilibrium tra gli altri… un gran via vai!

Carlos (il primo drummer, nda) s’è preso un fulmine, è rimasto mezzo sordo da un orecchio, ma almeno la può raccontare. Magari gli arriva un super potere! Abbiamo avuto Merlin per la registrazione dei nuovi singoli, Paralysis e Butterflies On Fire. Mistakes è stato fatto con il nostro nuovo batterista, Alfredo. Abbiamo avuto Hati come turnista per un paio di mesi, ma per problemi organizzativi – vivendo lui a Tel Aviv – dovendo venire alle prove a Udine era dura ed è morta lì. Adesso abbiamo Alfredo, un ragazzo di Gorizia, molto bravo e tecnico, ci piace un sacco, ma un po’ troppo nerd per quel che riguarda la batteria, è uno fissato, ma ci divertiamo. Scrivilo, citazione mia: “è un bisiacco di merda!”.

Avete fatto questi tre singoli per far conoscere l’evoluzione della band? Ho trovato strano fare tre singoli e non un EP con tre canzoni.

I singoli sono stati fatti per abituare la gente al cambiamento. Adesso, finito il tour con gli Eluveitie, dovremmo entrare in studio prima dell’altro tour che ho con loro, e registrare un EP con i Krampus di 5-6 canzoni col nuovo sound, quindi stile diverso e anche l’abbigliamento, non siamo più vestiti con le pellicce, siamo vestiti normalissimi così come sono vestito ora con gli Eluveitie. Aspettatevi molto più folk rispetto a quello che avete sentito nei singoli, aspettatevi parti folk molto più fighe, però con il sound metalcore.

Una cosa nuova insomma, prima c’era il melodeath col folk, adesso proprio metalcore.

Sì, metalcore pesantissimo con gli strumenti folk.

Dividerete ulteriormente la critica.

È quello che cerchiamo.

Avete un’etichetta? Con la NoiseArt Records è finito il contratto?

Sì, siamo autonomi, per questo cambio di direzione abbiamo rotto con la NoiseArt Records, loro cercano band folk folk vecchio stampo, noi non avevamo intenzione di continuare a fare la cover band, quindi…

Visto che nei Krampus è tutto programmato e la NoiseArt Records, una buona etichetta, vuole folk folk, perché non avete fatto folk folk senza copiare gli Eluveitie?

Perché fare folk folk e non essere una fotocopia non è possibile. Qualsiasi cosa tu faccia all’interno del folk metal ricorderai sempre una band più grossa di te.

Gli Skálmöld sono usciti nel 2010 con Baldur su un’etichetta minuscola, li ho scoperti quasi per caso appena pubblicati, una roba molto particolare e mi son detto “e questi da dove vengono fuori?”

Ma gli Skálmöld fanno roba a sé. Cantano in islandese, prendono canti popolari dell’Islanda e li mettono con i chitarroni metal.

Perché voi non lo fate con la musica friulana?

Perché nessuno l’ascolterebbe, verrebbe una merda!

Forse perché è meno figo?

Il folk islandese ha un sound diverso. Come quello scandinavo, ha un sound diverso, fa vichingo. Te ce la vedi una folk metal band con il mandolino che canta canzoni sulla pizza? Fa ridere!

Beh sì!

Appunto!

Però fa ridere a te che sei italiano, magari il francese potrebbe pensare che invece è figo!

Non penso…

Io ho vissuto oltre vent’anni nelle Marche, lì sull’Appennino c’è un folklore rustico e contadino, se ti sposti sulla costa ci sono echi del liscio romagnolo e mi son sempre chiesto perché nessuno prova una zozzata inserendo delle influenze del liscio in un contesto metal… un’idea bizzarra, ma pur sempre un esperimento!

Però devi metterti nei panni di una band che inizia. Noi abbiamo sempre pianificato tutto, fin dalle origini. Una band ragiona “il nostro pubblico è quello italiano”, siamo in Friuli, non vai a pensare di uscire da lì nei primi tempi. Se avessimo fatto una cazzata del genere, dall’inizio, non ci avrebbe cagato nessuno, quindi niente contratto con la NoiseArt Records, niente tour e blababla.

Come vedi il disco Survival Of The Fittest?

A me piace, a parte alcune canzoni… nì… però come cd non mi dispiace. Non è il mio genere…

Tu cosa suoni e ascolti quando sei a casa?

Musica irlandese tradizionale, quintali di musica irlandese, ascolto un sacco di metalcore, lo so, sembra strano, ma ascolto un sacco di gruppi di quelli fatti bene, non i gruppi di ragazzini di 15 anni, ma gruppi potenti. Anche musica tradizionale scozzese. La nuova direzione dei Krampus non mi dispiace, a parte Mistakes, io lo dico, a me non piace, è un errore (risate, nda). Agli altri piace, a me no.

Anche a Marika (la violinista, nda)?

A Marika piace, lei viene dal punk, Blink 182 ecc.

Una violinista punk!

Nei Krampus ognuno ascolta un genere diverso, io sono l’unico che ascolta folk. Butterflies On Fire e Paralysis a me piacciono. In Paralisys ha anche collaborato Chrigel Glanzmann, ha registrato la uilleann pipe, Butterflies On Fire è fondamentalmente una canzone folk irlandese ri-arrangiata, quindi quei due singoli mi piacciono, Mistakes un po’ meno. Le nuove canzoni hanno alcune cose molto interessanti, mi saprete dire.

Ultima domanda, ma a fine intervista penso di sapere la tua risposta. Il tuo sogno nel cassetto da musicista?

Penso di averlo realizzato! Gli Eluveitie sono una band con la quale sono cresciuto, sono giovane, ho 22 anni, e quindi li ascolto da quando ho 14-15 anni. Ho sempre suonato le loro canzoni e mi sono divertito ai loro concerti… e ora ci suono. Il sogno nel cassetto? Fatto!

Chiudiamo qui l’intervista che è l’una di notte, fa freddo e domani mattina si lavora. Grazie per l’intervista, davvero piacevole e sincera, ti auguro ogni bene con i Krampus e gli Eluveitie, appena ci sarà l’annuncio.

Speriamo presto, grazie a te!

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