Shot Folk, ovvero recensioni senza troppi giri di parole. Ben dodici dischi/EP/singoli raccontati in poche righe con la semplicità e la sincerità di Mister Folk. Piccole sorprese e piacevoli conferme dal mondo folk/viking, dritti al punto senza perdere tempo. Buona lettura e folk on!
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Ættir – Ættir
2019 – EP – Gateway Music
4 tks – 22 mins – VOTO: 8
Se dovessi fare il nome di un gruppo realmente valido che non ha avuto il successo che avrebbe meritato direi sicuramente Huldre. La band danese, prima del recente scioglimento, ha realizzato due bellissimi album e suonato in alcuni festival nord europei, senza tuttavia ricevere il giusto riconoscimento di critica e pubblico. Gli Ættir vedono in formazione due ex Huldre, la talentuosa cantante Nanna Barslev e il chitarrista Lasse Olufson: il risultato è un gran bel mix di folk e doom con ottimi spunti della sei corde (Stilnet Vind) e il violoncello che interviene sempre al momento del bisogno prendendosi il giusto spazio. Su tutto si erge la voce teatrale della Barslev, vera frontwoman in grado innalzare ulteriormente la qualità dei brani. L’EP di debutto è ottimo e cresce la curiosità di ascoltare il primo full-length.
Blot – Howl From The North
2020 – full-length – autoprodotto
7 tks – 41 mins – VOTO: 8
Attivi dal 2007, i norvegesi Blot arrivano solo ora al secondo full-length dopo il buon esordio Ilddyrking di cinque anni fa. Howl From The North presenta una band ancora più sicura dei propri mezzi, autrice di un black/viking di qualità. La musica è diretta e cruda, non c’è spazio per paraculate e attira giovani, solo viking metal sparato a giusta velocità (tolta I Takt Med Fanden, mid-tempo dalle chitarre grasse e Fanitullen, strumentale folk oriented) con un gusto per le melodie (i Dissection, non a caso coverizzati nel debutto, sono spesso presenti) e si arriva spesso a sfiorare il SognaMetal. La conclusiva Berserker Storm, con i suoi dieci minuti abbondanti di durata, è il giusto sigillo per un lavoro maturo che merita di essere conosciuto dal grande pubblico.
Cult Of Frey – By The Blood Of Odin: Part 1 – Midgard
2020 – full-length – UKEM Records
8 tks – 72 mins – VOTO: 7
Paul Clark e Tossell sono i musicisti dietro ai Cult Of Frey, nome che vede la propria nascita nel 1991 e che tre anni più tardi ha visto la realizzazione di un demo. Dal 2005 al 2020 il duo inglese ha pubblicato un paio di dischi sotto il nome Sleipnir prima di tornare al nome originale. ByThe Blood Of Odin: Part 1 – Midgard prosegue dove Oaths Sworn In Blood & Mead (2013) si fermava, ovvero un viking metal che funziona bene su rocciosi mid-tempo, sempre con il santino di Quorthon era Hammerheart stretto tra le mani. Una produzione migliore avrebbe sicuramente aiutato il risultato finale, interessante nonostante la durata del disco. Brani lunghi ed epici, melodie solenni e continui richiami a shieldwall e valorosi fratelli caduti in battaglia: classico e mai fuori moda.
Feigd – Heidenskapens Strid
2019 – full-length – autoprodotto
7 tks – 42 mins – VOTO: 8,5
L’autoproduzione Heidenskapens Strid dei Feigd è un mistero: si può, nel 2020, pubblicare tanta musica media/mediocre con il supporto delle etichette e poi avere questo album senza lo straccio di supporto da label più o meno grandi? Il valore del secondo full-length di questa one-man band norvegese è fuori discussione, puro viking metal che non disdegna riff di chitarra che “osano” varcare anche altri generi, con una produzione professionale e, soprattutto, un’ispirazione che a tratti toglie il fiato (la title-track, per gli amanti del SognaMetal). Il disco in questione è uscito lo scorso autunno e chissà se arriverà mai almeno la versione cd: in caso di pubblicazione avremo la conferma che il dio della musica c’è e ogni tanto ci mette mano.
Tagarot – Tales From Noreia
EP – 2020 – autoprodotto
5 tks – 15 mins – VOTO: 7
Il progetto austriaco Tagarot arriva al secondo EP in carriera dopo Veleda’s Prophecy del 2016, ma in realtà molte cose sono cambiate in questi anni. Non più band vera e propria, ma ora progetto del polistrumentista Julian Brockmeier, precedentemente responsabile di cornamusa, flauti, bouzouki e mandolino e ora alle prese anche con gli strumenti a corda, mentre per la voce si è avvalso dell’ospite Phil Zeo. Il folk metal proposto è semplice e diretto, con alcuni rimandi agli Eluveitie più celtici e grande attenzione ai ritornelli e alle melodie portanti. Tales From Noreia è un EP breve – tre brani “veri” più intro e outro – che fa ben sperare per il futuro.
Tersivel – Embers Beneath The Spirit
2020 – single – autoprodotto
1 tks – 6 mins – VOTO: SV
Abbiamo incontrato i Tersivel per la prima volta nel 2011 grazie al debutto For One Pagan Brotherhood, ma è con l’ottimo Worship Of The Gods di sei anni più tardi che il nome della band inizia a girare per davvero tra gli appassionati del pagan metal. Esce ora il singolo/videoclip Embers Beneath The Spirit: una canzone cupa e pesante, nella musica e nel testo dove si parla di depressione, vuoto interiore e della necessità di trovare la luce del sole per uscirne, distante da storie di antichi dei e fratellanza pagana come la band argentina (ora trasferitasi in Svezia) ci aveva abituato. La curiosità per la prossima release sale sempre di più…
Trollheart – Once Upon The Troll
2020 – full-length – Infinityum Productions
13 tks – 50 mins – VOTO: 7
“The Finns have Finntroll, the Norwegians have Trollfest or the Canadians have Trollwar so it was time to the French to have their own Troll Metal band!”. La dichiarazione è chiara, così come le intenzioni della one man band di Nantes. Sulle influenze c’è poco da dire: Finntroll con un riffing più marcato e presente in fase di composizione e una buona dose di black metal. Le tredici tracce scorrono bene senza momenti di stanca ma anche senza sussulti particolari. Come debutto senza demo/EP/singoli precedenti non ci si può certo lamentare e la produzione ben fatta aiuta la bontà della musica con suoni corposi (la batteria però è un po’ troppo “computerizzata”!). Once Upon The Troll è un album fatto da un troll per gli amanti dei troll più chiassosi e sporchi: se siete tra questi fatevi avanti!
Vengeful Spectre – 殞煞Vengeful Spectre
2020 – full-length – Pest Productions
6 tks – 46 mins – VOTO: 7,5
In attività da poco più di un anno, i Vengeful Spectre sono solo l’ultimo di un nutrito numero di gruppi provenienti dalla Cina che arrivano alla pubblicazione del disco con distribuzione mondiale. Seguendo l’esempio di Black Kirin, Sigh e Frozen Moon, ovvero della frangia più estrema della scena cinese, i Vengeful Spectre hanno realizzato un esordio feroce e letale, che unisce metal estremo con strumenti tipici cinesi, creando atmosfere incredibili che si alternano a sfuriate black/thrash o riff debitori al death metal dei Behemoth di quindici anni fa. Sei canzoni sono abbastanza per capire il talento di questi musicisti asiatici, bravi nel realizzare un vero e proprio panzer sotto forma di musica.
WelicoRuss – Siberian Heathen Horde
2020 – full-length – El Puerto Records
47 mins – 9 tks – VOTO: 7,5
Siberian Heathen Hordeè il terzo full-length dei WelicoRuss, band in attività dal 2002 che porta avanti un discorso musicale che a grandi linee può essere inquadrato come symphonic pagan black metal. La componente sinfonica è in ogni lavoro più presente e in questo cd diventa fondamentale sia per le aperture melodiche (spesso con ritornelli e voci pulite) che per creare melodie quasi sempre in primo piano. Non mancano momenti debitori al black metal e momenti quasi sognanti, ma il cammino intrapreso dalla formazione d’origine siberiana pare chiaro e il risultato è buono. Tra Dimmu Borgir d’annata, Carach Angren e Khors, sono ora meno aggressivi rispetto a qualche anno fa, ma più maturi a livello compositivo, i WelicoRuss sono pronti a fare il grande passo se qualche label importante vorrà scommettere su di loro.
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