Glittertind – Djevelsvart
2013 – full-length – Indie Recordings
VOTO: 7,5 – Recensore: Mr. Folk
Formazione: Torbjørn Sandvik: voce, chitarra – Geirmund Simonsen: fisarmonica, samples, cori – Stefan Theofilakis: flauto – Olav Aasbø: chitarra solista – Bjørn Nordstoga Eide: basso – Geir Holm: batteria
Tracklist: 1. Inngang – 2. Djevelsvart – 3. Sundriven – 4. Sprekk For Sol – 5. Kvilelaus – 6. Trollbunden – 7. Nymåne – 8. Tåketanker – 9. Stjerneslør – 10. Utgang
I norvegesi Glittertind sono sempre stati un gruppo a sé, non seguendo i trend del momento o forzando le uscite discografiche. Un progetto che, fin dall’anno di fondazione come one man band, il 2001, è andato avanti con personalità, facendo di testa propria senza la minima paura di cambiare. Il debutto Evige Asatro (2003) è uno strano mix di folk e punk rock piuttosto adolescenziale, completamente differente dal secondo full length, arrivato solamente nel 2009, il gustoso Landkjenning, lavoro puramente folk metal con testi e musiche a riprendere la storia e la tradizione norvegese. Ma, come detto, Torbjørn Sandvik non ama ripetersi e, dopo quattro anni d’inferno, passati vicino alla propria fidanzata malata di cancro e senza dimenticare la violenza che ha scosso la sua terra e l’intera Europa, ovvero la strage del 22 luglio 2011, è arrivato a riflessioni intime e forse senza risposta. In questo periodo Torbjørn ha compiuto un percorso, per arrivare, infine, alla domanda “Who am I?”.
La risposta, che non è una risposta, è in queste dieci tracce, le più cupe e pesanti (psicologicamente) dei Glittertind, dove malinconia e sonorità ricercate la fanno da padrone sul folk metal e ritmi più tradizionali. Di pari passo, insieme ai testi, anche la musica è cambiata radicalmente: atmosfere soffuse e pianoforte hanno preso il posto di violini e motivi popolari, creando un tutt’uno lirica/musica di grande effetto, pur essendo di non semplice ascolto. Un cambiamento che si può notare anche dalle foto promozionali, ben diverse da quando erano ben in vista corone e drakkar.
Le prime ripetizioni, difatti, spiazzano completamente l’ascoltatore, abituato a differenti sonorità: ritmi rock, atmosfere che non stonerebbero come colonna sonora di un film drammatico, voce sofferta e coinvolgente non sono gli ingredienti che ci si aspetterebbe da una folk metal band. I Glittertind hanno deciso di mettere gli strumenti popolari a disposizione della musica e non, come purtroppo sempre più spesso avviene, il contrario.
Dopo questa breve, ma doverosa, introduzione, si può iniziare a parlare di Djevelsvart, terzo full length e primo per la norvegese Indie Recordings. Come detto, i fasti del folk metal quasi non ci sono più, come si può ascoltare fin dalla prima vera traccia Djevelsvart: una sorta di rock robusto e al contempo melodico, infarcito di qualche growl verso la fine della canzone e belle melodie sicuramente non etichettabili come folk. La composizione, al di là del genere di riferimento, è bella, ed è l’unica cosa che realmente conta. Si prosegue con Sundriven, pezzo orchestrale che rimanda a Landkjenning per oscurità ed atmosfere, dal basso imponente e le leggiadre linee vocali di Torbjørn Sandvik a svettare sul resto. Massiccia e seventies è Sprekk For Sol, più dinamica e forse coinvolgente rispetto alle precedenti tracce. Kvilelaus è una composizione soft e delicata, sorretta da un arpeggio dolce come le linee vocali del singer, vero protagonista dell’album. Da questa canzone di appena tre minuti e mezzo di durata si può capire la completa trasformazione dei Glittertind e del leader Torbjørn Sandvik: qui ci sono grazia e maturità artistica. Si ritorna al rock-folk con Trollbunden, pezzo che durante la strofa può ricordare, udite udite, i Queens Of The Stone Age: brano a sé che si distingue dal resto del platter, ma comunque convincente. Totalmente differente il seguente Nymåne, cantato quasi unicamente nella prima metà, quella più melodica, mentre il resto è un drammatico insieme di nubi cariche di pioggia che minacciano un violento temporale, mentre il pianoforte finale rasserena l’aria come un raggio di sole riesce a dare speranza nell’oscurità. Tåketanker è un altro brano dal taglio hard rock ’70, ma sempre potente e moderno nel sound. Un bel contrasto con l’ultima vera canzone di Djevelsvart, la straziante Stjerneslør: malinconica e soft nella prima parte, coinvolgente (o travolgente?) e ritmata nella seconda, che si conclude con un lungo fade out dove rimangono in evidenza la batteria e il basso sempre pulsante, con i cori e la tastiera a chiudere un cd difficile e triste, con l’outro Utgang a spegnere l’ultima fiammella di candela rimasta ancora accesa.
Djevelsvart è un album bello quanto non semplice da ascoltare e comprendere, facile quindi abbandonarlo in un angolo dopo un paio di ascolti distratti. Sicuramente non è un cd adatto a chi cerca ad ogni costo melodie da ballare o ritmi sfrenati, mentre chi sa andare oltre il “classico” folk metal non potrà che goderne gli effetti. Malinconici ma positivi nonostante le difficoltà, i Glittertind ci danno la possibilità di maturare come ascoltatori, sta a noi volerlo o meno.
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