Corte Di Lunas – Tales From The Brave Lands

Corte Di Lunas – Tales From The Brave Lands

2020 – full-length – autoprodotto

VOTO: 8,5 – recensore: Mr. Folk

Formazione: Giordana: voce, percussioni – Nicolas: chitarra – Massimo: basso – Riccardo: batteria – Maria Teresa: flauto – Martina: ghironda – David: bouzouki

Tracklist: 1. Tiare – 2. The Castle Of Gemona – 3. Vida – 4. The Devil’s Bridge – 5. La Dama Bianca – 6. The Last Of Sbilfs – 7. I Tre Fradei – 8. Orcolat – 9. Eolo II – 10. Scjaraçule Maraçule – 11. Rosander

A meno di un anno dal ritorno sulle scene grazie all’EP The Journey, la Corte Di Lunas torna con un nuovo disco dal titolo Tales From The Brave Lands, un lavoro che, si può dire senza girarci intorno, porta il gruppo del Friuli Venezia Giulia al posto che gli compete, ovvero tra i migliori della scena. I racconti dalle terre coraggiose sono divisi in undici brani con un unico comun denominatore, ovvero la terra natia dei musicisti, il già menzionato Friuli Venezia Giulia. Storie di fiumi e orchi, regine e le origini della città di Trieste trovano spazio all’interno di un cd assolutamente fresco a coinvolgente anche dopo numerosi ascolti, personale e realizzato in maniera impeccabile, capace di prendere per mano l’ascoltatore e portalo sulla scena dei testi e fargli vivere in prima persona le vicende narrate dalla brava Giordana.

Le canzoni sono tutti belle e non c’è un solo momento meno ispirato o gustoso, ma è anche vero che alcuni brani riescono a spiccare sugli altri per il perfetto mix di musica e storia cantata. Un esempio è Orcolat (sì, lo stesso Orcolat dei Kanseil di Fulìsche), diversa dalle altre sorelle perché contraddistinta da una spina dorsale rock, o di The Devil’s Bridge, nella quale è presente Lorenzo Marchesi (Folkstone) come ospite in un ruolo che gli si addice non poco. La conclusiva Rosander, con oltre sette minuti di durata, è la composizione più lunga del platter: l’arpa della guest Lucia Stone incontra le melodie della blu ghironda mentre il flauto di Maria Teresa guadagna il centro dell’attenzione. Poi, improvviso come in alta montagna, il temporale porta via tutto e fa nascere una parte nuova e completamente diversa da quanto fatto fino a poco prima, con cori e un’atmosfera sinfonica che viene assorbita dalla pioggia prima e successivamente dagli eleganti strumenti acustici che riportano luce in quello che, forse, può essere considerato come il pezzo più bello ed emozionante di Tales From The Brave Lands. Storia diversa, invece, per Scjaraçule Maraçule, facilmente etichettabile come “cover di Ballo In Fa Diesis Minore di Branduardi”, ma che invece ha una storia che merita di essere raccontata. La musica è precedente al ‘500 e il titolo della composizione è Schiarazula Marazula, con il testo di Branduardi che si rifà alla Danza Macabra presente sull’esterno della nota chiesa di Pinzolo, mentre la Corte Di Lunas ha utilizzato l’invocazione alla pioggia del poeta Domenico Zannier. I quarantasette minuti del disco scorrono velocemente e non c’è modo per staccarsi dalla musica di Tales From The Brave Lands; ulteriore nota positiva è la calda produzione, si sente quanto il lavoro in studio sia stato meticoloso e suoni e volumi sono semplicemente giusti per questo tipo di musica, lontani da inutili tentazioni.

Il quarto disco della Corte Di Lunas è un successo: bello, composto con gusto e che tiene bene dopo settimane di “studio”. L’album della consacrazione? Dovrebbe essere così, e in un mondo dove l’estetica e la presenza virtuale è fondamentale, il gruppo ha anche realizzato un bel videoclip per la canzone Vida. Ce n’è per tutte le età e che sia l’ascolto in streaming o la visione su YouTube, resta solo una cosa da fare: comprare il cd e sostenerli in concerto.

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